Criticità nella pratica odontoiatrica
Giorgio Berchicci
È davvero molto difficile scrivere di bioetica in Odontoiatria in un periodo di crisi finanziaria (1) e dopo che il documento ufficiale del CNB, “Etica in Odontoiatria”, adottato il 24 Giugno 2005, non è stato uno stimolo sufficiente per aprire una discussione ampia sui problemi di questa specialità e nessuno si è interrogato sul ruolo e la funzione del Dentista.
Non solo, ma la crisi finanziaria ha prodotto un evidente impoverimento delle famiglie italiane,(2) un aumento della disoccupazione e un ritardo notevole di ingresso giovanile nel mondo del lavoro; le giovani coppie tendono a non avere figli dal momento che non potrebbero essere cresciuti convenientemente; l'aflusso degli immigrati contiene il tasso di denatalità, ma certamente non si tratta di famiglie con buona capacità di spesa.
Con una frase ad effetto si può senz'altro dire che in Italia diminuiscono le bocche e aumentano i Dentisti, visto che il numero programmato indica in 950 gli studenti in Odontoiatria ammessi a frequentare i corsi di laurea ogni anno, ai quali bisogna aggiungere un numero sempre maggiore di giovani che decidono di frequentare Università non Italiane allo scopo di aggirare l'ostacolo costituito dal numero programmato (e in questa eventualità le Università spagnole, rumene svizzere e albanesi sono le mete piú accessibili ).
Non ci sarebbe niente di strano in questo quadro appena abbozzato se, da esso, non derivassero problemi etici ormai diffusi e in mancanza di una azione dissuasiva efficace.
Mi riferisco, innanzitutto, al cosiddetto over treatment, determinato dalla necessità di avere un guadagno tale da giustificare le spese di acquisto e di gestione di uno studio odontoiatrico. L'over treatment si verifica in misura più evidente soprattutto in due branche dell'odontoiatria, la Conservativa e l'Ortodonzia.(3)
Nel primo caso è abbastanza facile convincere il paziente a curare elementi dentari con solchi scuri, neri, o con macchie di dubbia origine... Magari sono lì da decenni, sempre uguali, ma come si fa ad opporsi ad un dentista che cerca di convincerci della necessità di un intervento preventivo? Nel secondo caso, più complesso, basterà far notare che ormai pressoché ovunque è facile trovare persone, più o meno giovani, che sfoggiano apparecchi ortodontici come parte integrante dell'abbigliamento quotidiano. Una sorta di “piercing” terapeutico che interessa anche le malattie parodontali e rappresenta una terapia complementare in alcuni casi selezionati che investono la terapia protesica fissa e i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare. L’Ortodonzia, inoltre, è di uso routinario prima e dopo gli interventi di chirurgia ortodontica (che sono di pertinenza del Chirurgo Maxillo Facciale ma che vengono sempre più spesso eseguiti da équipes nelle quali sono presenti gli Odontoiatri). Difficile trovare in Europa tanta gente con apparecchi ortodontici in bocca come in Italia. Ma come ci si oppone alla impellente necessità di una cura ortodontica per il bambino che potrebbe poi crescere male e con complessi difficilmente rimovibili?
Due esemplarità, prima di descrivere un'altra fonte di facile guadagno per dentisti 'disinvolti': l'estetica! Non parlo certo di estetica in odontoiatria, una disciplina difficile e non alla portata di tutti, ma di plastica estetica, fillers periorali e periorbitari che non possono essere praticati da dentisti perché questi non hanno le competenze specifiche e negli insegnamenti del corso di laurea non sono previsti, né la laurea in odontoiatria consente di poter accedere a corsi post laurea in chirurgia plastica e ricostruttiva.
La FNOMCeO, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, non ha gli strumenti giuridici per una efficace dissuasione, e gli ordini provinciali spesso non ricevono segnalazioni chiare e articolate per poter agire in rispetto del codice deontologico. Della sempre più frequente presenza di Medici che si producono in terapie per le quali non sono competenti si occupa il nuovo Codice Deontologico, in via di approvazione, che in uno specifico articolo vieta espressamente questo tipo di condotta, tenuto conto che nella maggior parte dei casi questi interventi vengono compiuti in studi privati senza alcuna garanzia di sicurezza per il paziente che ad essi si sottopone. E’ vero che i fillers non sono altro che una siringa contenente, nella maggior parte dei casi, acido ialuronico da iniettare nel derma, ma si possono registrare complicazioni dovute all’inesperienza dell’operatore o ad una diagnosi superficiale e inadeguata.(4) Tra le complicanze più frequenti, da segnalare la necrosi di superficie per congestione dei vasi, formazione di ematoma o ecchimosi, reinfusione ematica con formazione di piccole aree di necrosi.
Ma parlavamo in apertura di crisi finanziaria che ha colpito praticamente ogni nazione nel mondo. In Italia questa crisi viene vissuta in termini di autentica tragedia e si sono registrati casi di suicidio per la perdita dell’attività lavorativa. Sono aumentate, quindi, le Società di “Mutua Assistenza“ che promettono uno sconto sulle tariffe odontoiatriche del Dentista aderendo ad una tessera emessa dalle Società stesse.
In primo luogo è poco chiaro cosa possa significare uno sconto del 20% su una base che non è definibile né standardizzata,(5) e ben si comprende che può essere un gioco da ragazzi affermare che si praticherà uno sconto dopo aver artificialmente alzato l’onorario. In secondo luogo, il paziente è molto spesso ignaro, non è messo nelle condizioni di poter avere informazioni precise sui suoi diritti e su come rivendicarli, e anche le associazioni in difesa dei consumatori assumono spesso posizioni poco opportune e difficilmente applicabili.
Come si può notare, sono questioni di estrema importanza che bisognerebbe risolvere, ma non si scorge una reale volontà dal momento che Università e professione sembrano essere due Mondi indipendenti che guardano solo ai propri interessi: da un lato, le Università sono tanto impegnate nel loro ruolo di produzione di cattedre e professori da non poter avere tempo sufficiente per la ricerca e la didattica (è notoria l’assoluta mancanza di ricerca in Odontoiatria, e questo è un problema etico serissimo che ho sollevato in passato e che è stato sollevato anche nel Documento Ufficiale del CNB senza che nessuno dicesse qualcosa di diverso; per la didattica è bene evidenziare che l’art. 348 del CP, “Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è prevista l’abilitazione professionale…”, può essere un valido alleato alla continuazione dell’insegnamento dell’Odontoiatria su manichino…), dall’altro lato gli Ordini professionali sono privi della necessaria autorità ad intervenire: sono organo ausiliario dello Stato, ma con le mani legate.
[1] L’Odontoiatria in Italia è privata al 90%
[2] Sembra che più di un terzo delle famiglie italiane non porti più i figli dal Dentista (Fonte Ansa 19/04/2013)
[3] L’Ortodonzia è una delle due specializzazioni alle quali si può accedere avendo conseguito la Laurea in Odontoiatria e protesi dentaria. L’altra specializzazione è la Chirurgia Orale
[4] Se compare Edema durante l’iniezione del filler può essere complesso stabilire se si è iniettato una quantità sufficiente di acido ialuronico oppure se è stato iniettato in maniera simmetrica o meno
[5] Non esistono più gli onorari minimi professionali, che peraltro erano fermi al 1992 e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, da quando è stata introdotta la cosiddetta Legge Bersani, che ha eliminato i minimi tariffari e non indica se può esserci o meno la possibilità di un onorario massimo. Il risultato è che ogni professionista decide il suo onorario in quanto è prevalsa l’idea del pagamento della prestazione professionale come risultato di una contrattualità rispettata