Fuoco, Aria, Terra, Acqua: può la bioetica ambientale essere una risposta al futuro dell’Umanità?
Giorgio Berchicci
Premessa
Chiunque frequenti abitualmente i dilemmi della Bioetica sa di non poter prescindere, nei suoi studi, dai pareri elaborati dai Comitati Nazionali di Bioetica.
Formati da eminenti studiosi di discipline diverse, con i loro illuminati pareri tracciano percorsi culturali destinati ad influenzare Parlamenti e cultori di ogni genere. Ovviamente è così anche in Italia, e – a proposito di bioetica ambientale – mi sembra opportuno segnalare il documento Bioetica e Ambiente del 1995.
Comincia ad essere un documento datato, ma va comunque esaminato con attenzione in quanto è stato scritto e curato dal prof. Giovanni Chieffi, e a lui si deve la fondamentale e tuttora utilizzata differenza tra un’etica ecologista e un’etica ambientalista. La prima, “ o dei diritti della natura, riconosce l’esistenza di una questione ambientale per cui i comportamenti umani nei confronti dell’ambiente devono essere sottoposti alle leggi della biosfera ( e per questo si parla anche di Bioetica della biosfera, nda ); l’etica ambientalista, invece, pur riconoscendo l’esistenza degli aspetti etici nella problematica ambientale, non ritiene che l’ecologia sia in grado di fondare norme etico-sociali né, tantomeno di condizionare le decisioni politiche in materia ambientale.” ( G.Chieffi, 1995 )
A questa visione dei Diritti della Natura si oppone Natalino Irti, che, in un agile volume che si intitola “L’uso giuridico della natura“ ( Laterza, 2013 ), riferendosi alla natura come fonte di Diritto, scrive: ” Essa sarebbe capace, proprio in quanto natura, di esprimere norme regolatrici dell’agire umano. Poiché la natura, cioè il mondo che ci sta intorno e non è costruito dall’uomo, è composto di cose e di esseri, bisogna immaginare che questo mondo abbia dentro o dietro di sé la volontà normativa di qualcuno e che essa ci parli per strani e occulti segni. Ma allora la fonte del diritto è il misterioso qualcuno e non la natura che fa da tramite e veicolo della sua volontà”. Fin qui Natalino Irti.
Grazie anche allo sviluppo delle biotecnologie, è sorta una nuova piccola grande disciplina nel campo biologico: si inizia a parlare di Neurobiologia Vegetale. Sembra che le piante abbiano un proprio sistema nervoso che permette loro di comunicare, di ricordare, di apprendere, di avere relazioni sociali. Parlano attraverso molecole chimiche volatili, e le utilizzano anche per intercettare gli eventuali pericoli provenienti dai parassiti. Il Prof Stefano Mancuso si interessa moltissimo di questa materia, e sostiene che le piante sono intelligenti e con una grande capacità di adattamento. L’esame dei nostri genomi ci porta a dare delle risposte (adattamento) che l’antropocentrismo non sfiora neppure.
Ma ritorniamo per un momento su quello che ho scritto prima: il Sistema Nervoso delle piante permette loro di comunicare, di ricordare di apprendere e di avere relazioni sociali. La capacità di comunicare implica uno scambio di informazioni, e questo potrebbe significare che la pianta ha la capacità di scegliere tra le notizie da inviare e quelle da ignorare. Se a questo aggiungiamo la capacità di apprendimento, è implicita una capacità di pensiero!
Questo modesto contributo vuole essere innanzitutto un doveroso ringraziamento al Prof Donato Matassino (1) che, tra i primi al mondo, ha intuito e dimostrato che la Natura interagisce con se stessa e con l’Uomo.
Ma credo sia indispensabile, adesso, dare una definizione di AMBIENTE. Nell'ambito della biologia e dell'ecologia, il termine ambiente indica tutto ciò con cui un essere vivente entra in contatto influenzandone il ciclo vitale. L'insieme correlato dell'ambiente e di tutti gli organismi che lo popolano definisce quello che viene detto un "ecosistema".
Tra i maggiori filosofi del ‘900 vi è certamente Martin Heidegger e una delle parole-chiave della sua filosofia è Heimat. Il significato di Heimat (termine del quale non esiste un corrispettivo in italiano) non è univoco, volendo con esso indicare sia la casa che il territorio per finire con la Patria e con l’ Identità. In fin dei conti, tutta la filosofia (o forse sarebbe più corretto dire la Teologia di Heidegger ) di questo grandissimo interprete del pensiero di Hegel, ma anche di Nietsche, si muove in una direzione intimistica alla ricerca di una identità individuale e collettiva nella quale ci sia uno spazio ampio per le relazioni con l’ambiente. Al termine Heimat, infatti, Heidegger da’ anche il significato di “aia che sta davanti alla mia casa”. Ed è noto che sull’aia razzolino gli animali da cortile e che sia protetta da alberi centenari che proiettano l’ombra sulla casa. Abbiamo così un’altra definizione di Ambiente!
TERRA
Il Teatro Italico Sannitico di Pietrabbondante è sicuramente uno dei siti archeologici più interessanti e misteriosi del centro Italia.
Datato all’incirca a 150 anni avanti Cristo, è un esempio unico, in Italia, di teatro a 1000 metri di altitudine, studiato dai maggiori esperti di archeologia sannitica, tra cui Mommsen e Adriano La Regina, interpretato in maniera diversa per gli innumerevoli aspetti simbolici che lo caratterizzano, per i sedili anatomici del teatro, per la notevole somiglianza con il Tempio di Apollo a Delfi, con cui condivide teatro, altitudine, disposizione monumentale, oltre che la cultura della Magna Grecia.
Può un sito archeologico, per quanto di indubbio fascino, essere considerato il nostro ambiente? Noi, siamo la nostra storia con tutte le sue infinite contraddizioni o essa ci sorvola senza lasciare tracce? I tratturi che caratterizzano la Provincia di Isernia sono solo un passaggio di pecore senza un significato o al contrario possono essere considerati un tramite di conoscenze, di sviluppo (2), di ambiente conservato o modificato a seconda delle evoluzioni dei tempi?
Nel tentativo di rispondere a domande che contribuiscono a fare della bioetica una sorta di Antropologia culturale da sottoporre alle valutazioni dei filosofi della scienza, il vento continua a soffiare sulle antiche pietre di Pietrabbondante facendo arrivare ovunque la voce dei Sacerdoti, le preghiere dei fedeli giungono agli Dei invocati, le nubi vengono spazzate via, il futuro viene divinato e la terra aspra, dura di questo paesaggio viene rinvigorita. Una immagine più dolce è quella del sito archeologico di Altilia, dove il gregge, entrando da Porta Boiano, veniva contato per pagare la decima dovuta. La transumanza si svolgeva all’inizio dell’autunno, quando l’erba delle nostre montagne non era più sufficiente per nutrire gli animali e si avvicinava la stagione invernale. Il percorso del tratturo Celano-Foggia è ancora oggi frequentato dalle mandrie di pastori che guidano centinaia di pecore o mucche verso le pianure delle Puglie. A primavera si faceva ritorno in montagna.
Solo le immagini possono restituire l’idea precisa di un disastro ambientale: il litorale marino che va da Castelvolturno al Villaggio Coppola Pinetamare, parallelo al percorso della via Domitiana, è un esempio di come le città mediorientali distrutte dai continui bombardamenti della guerra siano presenti qui, vicino da noi.
Questo villaggio è sorto negli anni ’70 ad opera di un imprenditore edile che, si sussurrava, fosse il prestanome di un importantissimo politico casertano…Bellissime infrastrutture (strade, piazzetta, un canale marino costruito eliminando un pezzo di pineta, etc. etc.) e appartamenti venduti alle ricche famiglie casertane e ai militari della NATO. Il tutto rigorosamente senza licenza edilizia e occupando il litorale e la spiaggia.
L’ordine di abbattimento è arrivato dopo decenni di cause in Tribunale, quando gli imputati erano ormai defunti e gli eredi in vita non erano in grado di ripristinare il luogo alterato dagli abusi. Oggi offre un precario rifugio a popolazione di colore che vive di spaccio di droga, di prostituzione e di amenità di questo genere. Naturalmente, sono saltati i sistemi igienici e idraulici, e questo posto è diventato un focolaio di infezioni, di malattie già debellate che ormai sono riapparse.
Ovviamente è giustissimo che la Magistratura intervenga e ordini di abbattere; è ovviamente giusto che gli eredi dell’impresa costruttrice siano chiamati a rispondere insieme con gli enti comunali e statali che hanno omesso la vigilanza o hanno vigilato per modo di dire; è più che giusto che le organizzazioni criminali abbiano la contezza di non poter spadroneggiare sul territorio della Repubblica; ma questo scempio ambientale come si risolve?
Non mi trattengo oltre nella esemplificazione di fenomeni che sono a tutti noi ben conosciuti (3): parlare oggi di Bioetica Ambientale o di Bioetica della Biosfera - come facciamo ad Isernia nell’ormai tradizionale Convegno Internazionale di Bioetica dal titolo emblematico di AmbientaMente, nel corso del quale ci si interroga anche sulle scelte più opportune di Biodiritto, sulla scia di quanto tracciato da Michel Foucault – significa certamente parlare di ambiente nei termini adoperati dal nostro Codice Deontologico ( che all’art.5 intitolato ”Promozione della Salute, ambiente e salute globale” individua nella promozione di stili di vita sani e nell’equilibrio dell’ecosistema i cardini di un corretto rapporto uomo-salute ), che un sano equilibrio uomo –ambiente riconosce nel mondo animale e vegetale i momenti fondamentali di una relazione totale che, ormai, è entrata nella nostra cultura.
ARIA
L’era del telefonino non sarebbe stata possibile senza la costruzione del sistema GPS. Alcuni dei satelliti lanciati intorno alla Terra emettono segnali che vengono ricevuti dai nostri smartphones. Questi segnali si traducono in fotografie e navigazioni inerziale. Il GPS serve per localizzarci: noi siamo sparsi pressoché ovunque, e il GPS colloquia con noi. Possiamo ipotizzare che, in un futuro che non saprei circoscrivere temporalmente, potremmo essere curati e guariti a distanza?
Carlo Bradaschia è un fisico dell’Università di Pisa. Dirige VIRGO “un gigantesco interferometro laser per rilevare le onde gravitazionali, che sono una conseguenza della Teoria della Relatività Generale, di Einstein. Esse sono ondulazioni della trama spazio-tempo che si propagano alla velocità della luce “. Il sogno non confessato è di scoprire una teoria del tutto e raccoglierla in una equazione…
Einstein ci ha insegnato a pensare un universo infinito e perenne, senza tempo! E con la sua formuletta ha modificato anche il valore del tempo annullandolo o allargandolo a piacimento. Spazio e tempo sono inscindibili, e la percezione del tempo è diversa a seconda di ognuno di noi, delle situazioni date, dei momenti accelerati o ridotti. Anche gli aminoacidi provengono dal cielo, e con essi la vita!
Ma dove è nata la vita? In quali ambienti? Forse negli abissi del mare o sulle rive di una spiaggia? Nelle sorgenti di acqua calda esistenti intorno ai Vulcani? Nell’Universo infinito?
La Land Art è una lungo e affascinante percorso dell’arte contemporanea interamente dedicato alla osservazione della natura e del territorio, all’individuazione di spazi virtuali, all’utilizzo di materiali naturali o artificiali che testimonino dell’ambiente e dei suoi mutamenti. Una serie notevole di artisti di ogni parte del Mondo si interroga, da circa 60 anni, sugli aspetti più diversi del nostro ambiente, in termini che a volte tendono a promuovere dissonanze antitetiche.
Tra i maggiori esponenti ci sono certamente Dennis Oppenheim, Richard Long, Christo e Walter De Maria, a lungo impegnato anche sul concetto di corpo inteso come spazio.
Ma sono i processi di trasformazione naturale ad interessare maggiormente questi investigatori del concettuale applicato all’ambiente: fluidità e movimenti della materia (ricordo a questo proposito la straordinaria mostra Terrae Motus, promossa da Lucio Amelio e Andy Warhol nell’immediato del terremoto dell’Irpinia del 1983, quando il Mattino di Napoli uscì con un titolo straordinario, FATE PRESTO), caos cosmico e accumulo di detriti e rifiuti, tutte le trasformazioni sono oggetto di studio, di analisi, di interpretazioni dell’artista. Sembra di essere tornati ai filosofi pre-socratici…
Anche il cinema si interroga sulla Natura (4), sul valore di purificazione che essa contiene, mentre la musica da oltre un secolo riproduce i suoi suoni, dando valore artistico ai rumori ambientali, sulla scorta di quanto rivelato da Erik Satie e Luigi Russolo, dal grandissimo John Cage, dall’altrettante grandissimo Brian Eno, che riconosce un debito culturale enorme nei confronti di Erik Satie nel mentre viene indicato come l’inventore della musica d’ambiente. Ma naturalmente vorrei ricordare anche i Pink Floyd, e non dimenticare Ottorino Respighi e i suoi Pini di Roma.
FUOCO
Agnone è un piccolo centro dell’Alto Molise, noto per le sue ricche Chiese del ‘600 e per una fonderia di campane, situato a circa 800 metri di altitudine, con un circondario di paesi tutti dediti all’agricoltura e alla pastorizia.
E’ anche pieno di cultura, di tradizioni, di una gastronomia di elevata qualità, di un artigianato artistico di straordinaria finezza (sembra di derivazione spagnola).
Recentemente Agnone è diventata più conosciuta dal grande pubblico perché la tradizione della “N’docciata“è stata conosciuta da tutti grazie alla televisione e al fatto che hanno avuto la possibilità di sfilare in Vaticano davanti al Papa.
Nella sera della vigilia di Natale centinaia di ‘ndocce, queste torce gigantesche portate a spalla dai contadini dei paesi del circondario, sfilano per il corso principale e, giunti al termine del percorso, vengono scaricate a terra una sopra l’altra creando così un’enorme falò che brucia per tutta la notte.
E’ il rito del fuoco che si ripete nel giorno del Sole invitto, il mito del fuoco purificatore che allontana gli spiriti maligni, che prepara la Terra ad una nuova rinascita, la Primavera.
Accudire gli alberi, accudire la natura per accudire noi stessi. Ci interessa, anche dal punto di vista medico, analizzare i riflessi che il danneggiamento ambientale può produrre sulla qualità della vita e della salute degli uomini. L’uomo vive nell’ambiente e dell’ambiente, credo sia questo il senso della Bioetica ambientale che è, ormai ritengo si possa dire, la sola risposta possibile per garantire il futuro dell’Umanità.
Parlare di incendi in estate, dopo che intere regioni boschive sono state letteralmente distrutte dal fuoco, sembra un discorso inutile, dal momento che la sensibilità generale verso questi argomenti risulta essere in forte aumento.
Bruciare un bosco significa dare alle fiamme una parte non secondaria della nostra identità collettiva. Allo stesso tempo, si deve assistere alla rinascita del bosco (5), che avverrà con i tempi della Natura, tempi troppo lunghi per noi che viviamo una civiltà superveloce, nella quale il tempo sembra dover avere delle accelerazioni incredibili.
Ma il fuoco è anche nella Terra, nei Vulcani che eruttano lava e lasciano un terreno fertilissimo sul quale coltivare qualità straordinarie di frutti. E il fuoco, soprattutto, è dentro ognuno di noi, è il fuoco della conoscenza che ci consente di vivere e di interpretare i sentimenti dell’uomo e i sentimenti dell’ambiente…
ACQUA
Acqua del Mare, acqua della pioggia, acqua del nostro corpo, acqua delle piante, dell’erba, dei fiori.
Dappertutto acqua nella nostra esistenza e in quella dell’Universo intero
Baia è una frazione di Bacoli, nei Campi Flegrei, vicini a Pozzuoli e Napoli, una TERRA nella quale il FUOCO (Flegrei significa che bruciano) del Vesuvio, e delle innumerevoli altre bocche eruttive presenti in questa caldera, si mescola anche nelle profondità del mare, il mare del golfo di Napoli, di Procida e di Ischia (attività termale radioattiva) generando il fenomeno del bradisismo. E’ una Terra quindi in cui i quattro elementi che sono oggetto di queste mie brevi note si fondono insieme e generano un ambiente davvero molto bello, estremamente complesso. Sono molto legato a Baia, al porticciolo nelle cui acque si conservano i resti della Baia romana, visibili attraverso una imbarcazione dal fondo trasparente.
E’ la Storia che viene conservata, protetta, tramandata come un codice genetico immateriale che forma la nostra cultura, il modo d’essere e di vivere, la nostra identità.
E’ l’acqua dei fiumi (Erodoto scrive che l’Egitto è un dono del Nilo), l’acqua dei freschi ruscelli che scorrono tra prati verdi promessa nel Corano, l’acqua dei ghiacciai che purtroppo si sciolgono sempre più, è la più antica e la migliore delle medicine, si dice in Finlandia.
Pensiamo alla disidratazione e a quante patologie sono legate al fatto che si beve poco.
Conclusioni
Il sito paleolitico di Isernia La Pineta si deve ad una scoperta del tutto casuale: i lavori di sbancamento di un’area molto ampia, a ridosso di Isernia, destinata alla costruzione di una strada veloce di collegamento con Campobasso, portarono alla luce una serie di reperti ben conservati risalenti a circa 700.000 anni fa. Questa area, oggi, è il più vasto paleosuolo esistente in Europa: in essa sono ben evidenti ossa di ippopotamo, è stata qui dimostrata l’esistenza, finora solo ipotizzata, dell’Elephans Italicus, tracce di ocra e strumenti di ogni genere testimoniano della presenza umana in questo sito. Ma la prova della presenza dell’Uomo non è mai arrivata. Poi, inaspettatamente, pochi anni or sono, il ritrovamento di un dentino sul quale sono sorte innumerevoli discussioni.
Sembra essere un incisivo centrale superiore di un bambino, il dentino è provvisto di radice abbastanza lunga in relazione alla corona che appare piccola, vagamente triangolare, a margini abrasi con smalto e dentina ben definiti. Non sono stati trovati altri denti né un cranio o una mandibola umana. Niente! Solo questo dentino. La storia di una Provincia, le sue memorie possono essere un ambiente. E l’Uomo è il suo ambiente.
NOTE
(1) Consultare AmbientaMente, Atti del Convegno, Mimesis Editore, a cira di F.Del Pizzo e P.Giustiniani
(2) Naturalmente tutti sanno che i Tratturi, per i quali c’è una richiesta di riconoscimento come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, sono considerati le autostrade dell’antichità. Larghi 111 metri, erano il percorso più breve e più sicuro per la transumanza, cioè il trasferimento degli armenti dal freddo degli Abruzzi alla provincia di Foggia. Sui tratturi sono sorti Paesi, partendo da piccoli insediamenti con acqua e ricoveri per uomini e animali, e sono sorte attività commerciali perché sin dall’inizio i pastori mungevano ogni sera il latte per preparare formaggi
(3) Sto scrivendo questo testo il 16 Agosto 2018: il famoso Ponte Morandi che rappresentava una infrastruttura indispensabile per Genova e per il tratto autostradale ligure è crollato due giorni fa, i morti accertati sono finora 38 e i feriti 15. Case evacuate e disastro economico, ambientale e sociale che si ripercuoterà sull’Italia intera…
(4) Tra gli autori che a me sono più cari e che hanno ambientato ( ancora l’ambiente…) i lavori diretti nella Natura, o con uno sguardo speciale nei suoi confronti, mi piace citare Michelangelo Antonioni e due sue pellicole: Blow up e Zabriskie Point.
(5) Chi tra noi non ha letto il bellissimo romanzo di Carlo Cassola “ Il taglio del bosco”?