Genova, P.zza Verdi 4/4 - 16121

Sede:

Milano, via Morimondo 5 (20143), negli spazi condivisi con l’Associazione REF (Ricerca, Educazione e Formazione per la qualità della vita dell’ammalato)

In questa intervista Silvana Cagiada - psicologa clinica, psicoterapeuta, Presidente Istituto Italiano di Bioetica / Sezione Lombardia - sintetizza il senso e l’utilità dello Spazio Etico, un progetto presentato per la prima volta nel 2019 e che è stato proposto alla Regione Lombardia inteso come Ospedale di comunità (rivolto principalmente agli operatori sanitari) e Casa di comunità e cittadinanza (rivolto principalmente ai cittadini). Il tema sarà affrontato anche nella sua relazione al Festival di Bioetica che si tiene a Santa Margherita Ligure il 27 e 28 agosto 2022.

Quali sono gli sviluppi ‘sul campo’ con l’esperienza dello Spazio Etico avviata nel 2019?
L’Istituto Italiano di Bioetica ha esposto al pubblico, per la prima volta, il progetto Spazio Etico nel 2019, attraverso interviste e convegni e, sin da allora, lo “Spazio Etico” veniva associato all’umanizzazione della medicina, alla medicina di prossimità e alla possibilità, per gli operatori sanitari, di avere uno spazio e un tempo a disposizione, un laboratorio rivolto sia agli operatori sanitari che ai cittadini e alle associazioni che rappresentano le persone malate, per poter riflettere e confrontarsi sui propri dubbi, scelte, errori, in piena libertà, senza temere alcun giudizio, ma come stimolo e punto di forza per riacquisire nuove energie e forze nei momenti di stanchezza, per poi ripartire nella condivisione degli obiettivi.
Il 10 dicembre 2021, il CNB (Comitato Nazionale per la Bioetica), emana il documento “Vulnerabilità e cura nel welfare di comunità. il ruolo dello Spazio Etico per un dibattito pubblico”, esprimendo parere favorevole sul progetto.
Ora, nel 2022, ancora in piena pandemia, con il sistema socio-sanitario fortemente in crisi e, di conseguenza, con la mancanza in ambito pubblico di una attenzione etica e giuridica per le “fragilità”, la Bioetica affronta con progetti concreti il rapporto tra vulnerabilità e luoghi di assistenza e cura istituzionali (tematiche di inizio e fine vita, cronicità, malattia, disabilità, soggetti che partecipano a sperimentazioni cliniche), estende il progetto Spazio Etico anche a tutte le situazioni critiche, ulteriormente evidenziate dall’attuale emergenza anche là dove vanno oltre la dimensione biomedica (scuole, Università, aziende, palazzi di giustizia, carceri, centri di accoglienza).

Dalla sezione Lombardia dell’Istituto italiano di Bioetica è stato presentato un progetto alla regione. Quali sono gli obiettivi? A quali interlocutori avete pensato?
La Sezione Lombardia dell’IIB ha presentato un progetto concreto per l’istituzione di uno ‘Spazio Etico’ nell’ambito del ‘Progetto Milano’ e Welfare di comunità della Regione Lombardia. La proposta, già pubblicata su “Quotidiano Sanità”, riguarda la realizzazione di Case e Ospedali di comunità, ed è già stata inviata alla Giunta Regionale. Il nostro progetto prevede la promozione e la realizzazione di due diversi livelli di ‘Spazio etico’, uno rivolto principalmente agli operatori sanitari ed un secondo rivolto principalmente ai cittadini:
1. Spazio Etico e Ospedale di comunità
Si tratta di uno spazio dove professionisti sanitari (medici, infermieri, psicologi, biologi, veterinari e altre professionalità dove fosse necessario) possono confrontarsi, riflettere e affrontare temi che hanno come denominatore comune la riflessione etica in ambito della cura ed il racconto di vita professionale, anche in relazione a tematiche emergenti che riguardano, tra l'altro, la medicina difensiva e il testamento biologico. È fondamentale poter affrontare in uno spazio protetto posizioni delicate come la comunicazione di cattive notizie, le tematiche di fine vita, la discussione degli errori, il conflitto di interessi.
Sono previsti anche momenti riservati al benessere e al vissuto personale degli operatori, in particolare alla prevenzione e cura del burnout. Potranno anche costituire un'occasione in cui parlare del corpo e del pudore, della fatica e della paura, della morte e delle emozioni che accompagnano il lavoro di cura, identificando per quell’operatore, per quella persona, qual è il “suo” disagio… Si tratta certamente di un’azione in controtendenza rispetto ai “ritmi” imposti dall’azienda e dall’emergenza pandemica.
Si propone la realizzazione di un servizio votato al benessere degli operatori e gestito da professionisti esperti e competenti nella bioetica, uno scambio tra pari in cui però una componente è “formata” in funzione dell'ascolto e del sostegno.
2. Spazio Etico, Casa di comunità e cittadinanza
Si tratta di uno spazio in cui, oltre alla presenza di professionisti sanitari, è prevista la partecipazione dei cittadini (anche attraverso le Associazioni che rappresentano i malati), con le loro esperienze di malattia, i loro disagi in ambito sanitario, le loro difficoltà, in un confronto reciproco e rispettoso. Tema centrale sarà la ‘fragilità’, sia delle persone che delle loro famiglie e dei loro caregiver.
La nostra Sezione Lombardia dell’Istituto Italiano di Bioetica garantirà uno “sportello permanente” aperto al cittadino e condotto da professionisti della “relazione di aiuto” (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori, counselor) con competenze di ascolto attivo, capacità di attivazione di risorse e di gestione delle criticità di singoli o gruppi, ed esperti dei fondamenti della bioetica.
Tali professionisti, in fasce orarie e giornate prestabilite, faciliteranno la condivisione di esperienze quotidiane di disagio e/o malattia, contribuendo così alla “compliance” del malato e della famiglia, al suo percorso di consapevolezza, accettazione e coinvolgimento.
Saranno previsti anche momenti formativi rivolti al cittadino su temi riguardanti la percezione e autovalutazione del proprio stato di salute e benessere, la responsabilità personale nei percorsi di cura, la relazione con i caregiver e i curanti, e, quando fosse possibile l'attivazione delle risorse del territorio.
Ci saranno anche approfondimenti sui temi generali della bioetica che riguardano i rapporti tra uomo e natura, la responsabilità dell’uomo verso l’ambiente, il rispetto per gli animali e per il verde.
Non mancherà uno sportello di consulenza sia in materia legale che psicologica, rivolto sia agli operatori (sanitari e non) che ai cittadini e alle famiglie quando emergesse un bisogno in tempi rapidi di un primo orientamento. Nell’ambito dello sportello di consulenza, sarà presente anche un avvocato esperto in diritto di famiglia e in responsabilità medica, che possa costituire un concreto supporto per ogni dubbio in materia normativa, legislativa, di gestione patrimoniale per i cittadini, le famiglie, gli amministratori di sostegno, gli operatori sanitari.
Si dovrà costituire uno spazio in cui la vicinanza fisica della prestazione di un servizio (Casa di Comunità o Ospedale di Comunità) divenga anche, per quanto possibile, opportunità di sostegno e vicinanza morale, quindi una concreta realizzazione di un Welfare di comunità.
Per concludere, ribadisco che il modello Spazio Etico si inserisce in un concetto più complesso relativo al paradigma della persona, della vita, inteso come insieme di schemi di pensiero che determinano abitudini sintoniche o dissonanti con i desideri della persona stessa, in relazione al proprio modo di pensare e concepire la propria realtà per quanto riguarda la salute, il lavoro e le relazioni ossia connessioni significative e indispensabili tra l’uomo e l’ambiente. È qui che lo Spazio Etico trova la sua naturale collocazione.

Intervista a cura di Tiziana Bartolini

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