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Anche gli animali pregano, il libro di Gianfranco Nicora. Recensione di Michelangelo Nasca

 

Un compendio di teologia degli animali e uno studio biblico accurato per restituire alle creature che Dio pone accanto agli uomini una collocazione antropologica e religiosa migliore. Sono questi i presupposti che spingono Gianfranco Nicora – docente di Giudaismo e Antico Testamento in vari atenei italiani – a rivisitare la storia di alcuni personaggi biblici della cultura cristiana, per concentrare l’attenzione verso tutti gli esseri viventi nei quali vi è alito di vita, e che Dio ha donato con la creazione.

«Anche gli animali pregano», edito dal Messaggero di Padova, «vuole essere – dichiara l’autore – un umile omaggio a Paolo De Benedetti (docente di Giudaismo e Teologia), che ha riscoperto l’amore per i nostri animali, posti al nostro fianco da Dio come fratelli minori».

De Benedetti stesso, nel curare la prefazione del libro, aveva salutato con entusiasmo l’enciclica di Papa Francesco, «Laudato si’»; essa – precisava – «ha riportato il creato e l’ambiente al centro della riflessione della teologia contemporanea».

L’autore apre il primo capitolo soffermandosi sull’immagine biblica di Tobia, che parte per un lungo viaggio accompagnato da un angelo e dal suo cane. «Nel VI secolo a.C. – precisa Nicora – la cultura dell’epoca considerava il cane come essere immondo. Qui il cane viene presentato per la prima volta come amico e compagno».

L’analisi teologica prosegue con la descrizione dei punti salienti della Genesi, quelli che riguardano in modo specifico la creazione del mondo, degli animali e dell’uomo, per passare poi a quello che l’autore definisce il primo disastro ecologico: il diluvio universale.

Particolarmente delicata è la riflessione del settimo capitolo del libro edito dal Messaggero di Padova, che riguarda Cristo e l’armonia del creato. Nella sua predicazione «Gesù – afferma l’autore – spesso ricorre alle immagini degli animali per parlarci della mitezza delle greggi, delle pecore, degli agnelli, degli asini, della dolce compassione del cane, che lenisce le piaghe del povero, della semplicità della colomba e dell’astuzia del serpente. Particolarmente significativo è l’invito di Cristo a vedere negli uccelli del cielo e nei fiori del campo la bontà e la bellezza del Padre, che li nutre e li riveste di splendore».

Le considerazioni dettagliate nella premessa del libro chiariscono gli intendimenti redazionali dell’autore. «Parlare di teologia degli animali – afferma Nicora – può sembrare strano»; inoltre «ogni ricerca teologica deve tenere conto dei dati della scienza per una corretta lettura della Bibbia e dei dati della fede “decodificata”, per una riflessione intelligente. Anche per una corretta teologia degli animali e del creato occorre utilizzare a fondo, in tutti i suoi elementi e apporti positivi, la “cultura” nella quale siamo immersi oggi».

Il testo di Nicora offre numerosi spunti di riflessione, talvolta provocatori e innovativi rispetto a un intramontabile passato. L’invito di papa Francesco, tuttavia, proprio nella «Laudato si’» è estremamente chiaro: «Noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale. […] Questo non significa equiparare tutti gli esseri viventi e togliere all’essere umano quel valore peculiare che implica allo stesso tempo una tremenda responsabilità. E nemmeno comporta una divinizzazione della terra, che ci priverebbe della chiamata a collaborare con essa e a proteggere la sua fragilità. Queste concezioni finirebbero per creare nuovi squilibri nel tentativo di fuggire dalla realtà che ci interpella».

Gianfranco Nicora, «Anche gli animali pregano», Edizioni Messaggero Padova (2018), pp. 133

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