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Liguria

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Genova, P.zza Verdi 4/4

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17 Ott 2024

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BIOETICA FESTIVAL: IL PROGRAMMA

12 Ago 2024

Il Festival di Bioetica 2024 è dedicato a un tema cruciale del dibattito contemporaneo:...

Il focus del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 26/27 agosto 2024), giunto alla ottava edizione, si concentra sul tema INTELLIGENZE osservato da vari punti di vista e nell'impatto che l'IA ha giù avuto, e avrà, a seconda dei settori in cui è, o sarà, applicata.
Il Prof. Andrea Lavazza, dell'Università Statale di Milano, è studioso di scienze cognitive, filosofia della mente e di neuroetica in particolare, disciplina di cui è uno dei promotori in Italia. Al Festival è previsto un suo intervento nel panel dedicato alla potenza di controllo e all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla vita e le idee dei cittadini. Lo abbiamo interpellato su questo attualissimo argomento, assai delicato.
Neuroscienze e neuroetica spiegate in un liceo o in un programma televisivo di divulgazione scientifica. Con quali parole?
Le neuroscienze sono il campo di ricerca che si occupa dello studio del cervello, umano principalmente ma non soltanto, dalle lumache di mare fino alle scimmie.
In qualche misura, le neuroscienze sono l'evoluzione e l'allargamento di quella che fino a non molti anni fa era conosciuta come neurologia e che oggi designa nello specifico gli aspetti di cura dei pazienti con malattie del sistema nervoso.
Le neuroscienze sfruttano molte nuove tecnologie. In particolare, una vera rivoluzione è avvenuta da qualche decennio con le neuroimmagini (Tac, Pet, Risonanza Magnetica) che permettono di vedere il funzionamento del cervello nella persona vivente, mentre in passato le conoscenze più affidabili si potevano ottenere soltanto post-mortem, con l'autopsia dei pazienti.
Sapere meglio come funziona il cervello permette non solo di poterlo curare in modo più efficace, ma anche di capire come all'origine di molti nostri comportamenti vi siano particolari attivazioni del nostro sistema nervoso. Per esempio, e semplificando molto, le persone più impulsive possono avere una zona del cervello leggermente diversa dalla media della popolazione, così può accadere anche per le persone più creative.
Queste conoscenze, un tempo soltanto intuizioni non dimostrate, hanno implicazioni sociali, legali e anche politiche. Inoltre, in generale, l'uso di nuovi mezzi diagnostici neuroscientifici solleva questioni etiche, per esempio di privacy, dei soggetti esaminati.
La neuroetica è l'analisi di queste tematiche, prodotte dalle nuove conoscenze sul cervello e dall'uso di neurotecnologie innovative. Mentre i neuroscienziati sono medici o psicologi per formazione, la riflessione della neuroetica è svolta da studiosi di diversa provenienza accademica: filosofi morali, giuristi, scienziati cognitivi... Neuroscienze e IA: quali opportunità e quali rischi prevede?
Le neuroscienze studiano il cervello. L'intelligenza artificiale mira a riprodurre (e a migliorare) il ragionamento umano. Si tratta di due discipline con oggetti di studio in parte diversi e con applicazioni tecnologiche distinte. Tuttavia, è evidente che abbiano punti di intersezione. Le neuroscienze promettono, come detto, di migliorare le nostre possibilità di cura di tante malattie ancora oggi senza trattamenti e, forse, in futuro di rendere le nostre capacità sensoriali e intellettuali migliori di quanto siano naturalmente. Non ci sono pericoli intrinseci provenienti dalle neuroscienze, perché la ricerca ci può dare conoscenze utili. Sono gli utilizzi che ne facciamo a dovere essere controllati ed eventualmente regolamentati.
Per quanto riguarda, l'Intelligenza Artificiale le cose sono un po' diverse. La studio di programmi e algoritmi è finalizzato principalmente a creare possibilità applicative che ci aiutino ad automatizzare tanti compiti più o meno faticosi o di difficile gestione. Il navigatore stradale è un esempio di IA avanzata. Gli algoritmi generativi tipo ChatGPT costituiscono la nuova generazione di IA che presenta certamente anche rischi per impieghi impropri, per esempio la creazione di falsi, soprattutto in forma di immagini, che possono ingannare e suscitare situazioni di incertezza e sfiducia nelle fonti di informazione. Altre strumenti di IA, come la profilazione personale e la selezione automatica basata sui dati, possono introdurre elementi di discriminazione molto forti.

L'IA è destinata a cambiare gli umani e la relazioni tra umani? In che modo?
L'Intelligenza Artificiale, come ogni tecnologia trasformativa, cioè capace di un impatto sulle nostre vite, avrà influenza sui comportamenti e sulle relazioni. Di solito, tendiamo a esagerare il cambiamento apportato dalle nuove tecnologie sul breve periodo e a sottovalutarlo sul lungo periodo. In altre parole, siamo spaventati all'inizio, forse al di là del dovuto (è l'effetto novità per animali abitudinari come gli esseri umani) e poi, compreso che gli effetti non sono così devastanti e possiamo conviverci, passiamo alla fase di sottovalutazioni delle conseguenze che si manifestano nel tempo e sono più durature. Lo si è visto, per fare un esempio non lontano dall'IA, con i social media. Oggi, rimpiangiamo di non essere stati più attenti nel loro sviluppo e facciamo i conti con tutti i guai che essi producono. L'intelligenza artificiale ci cambia in quanto rende sempre più stretta e rapida l'interazione con le macchine, e trasforma le relazioni tra esseri umani perché tende a isolare gli individui nel mondo digitale e a fare passare i contatti con i nostri simili attraverso la mediazione di strumenti digitali. Tutto questo non è "male" di per sé, ma è qualcosa che va contro la nostra natura formatasi in centinaia di migliaia di anni di relazioni faccia a faccia in piccoli gruppi. Siamo affascinati dall'IA e ne sfruttiamo i vantaggi, siamo però ancora persone che stanno meglio insieme agli altri in spazi fisici delimitati e prevedibili. Dobbiamo imparare a modulare le diverse opportunità che ci sono date, per aumentare il benessere dei singoli e delle società, senza sacrificare le nostre esigenze basilari che fanno parte di quello che siamo né il progresso tecnologico che può aiutare tante persone in molti ambiti della loro esistenza.

Intervista a cura di Tiziana Bartolini

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