Il focus del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 26/27 agosto 2024), giunto alla ottava edizione, si concentra sul tema INTELLIGENZE osservato da vari punti di vista e nell'impatto che l'IA ha giù avuto, e avrà, a seconda dei settori in cui è, o sarà, applicata.
Arti Ahluwalia è professoressa ordinaria presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa nonché Direttrice del Centro 3R, il Centro Interuniversitario per la Promozione dei Principi delle 3R nella Didattica e nella Ricerca. Il suo gruppo studia tra l'altro l’interazione tra il mondo biologico e quello artificiale. In vista del suo intervento al Festival nel panel, dedicato al dibattito sull'intelligenza delle piante, le abbiamo rivolto alcune domande.
I suoi studi riguardano le ibridazioni tra mondo biologico e artificiale. Come può spiegare, semplificando, gli obiettivi e l'utilità di tali ricerche?
Uno degli obiettivo è di rendere i sistemi sintetici più funzionali, efficienti e puliti. Questo ci serve per ridurre la nostra dipendenza su modelli animali e anche per creare nuovi paradigmi scientifici e tecnologici.
Può fare qualche esempio di applicazione pratica, frutto degli studi nel campo della bioingegneria?
Si. Nel primo caso, integrando materiale biologico (es cellule e tessuti umani) con le nuove tecnologie per progettare materiale e sistemi fluidi ci possiamo creare modelli dei organi umani in miniatura e studiare la loro risposta a farmaci, tossine o altri disturbi. Questo ci permette di evitare la sperimentazione su animali. Nel secondo caso, un ramo di ricerca innovativa su cui lavoriamo è la connessione tra modelli del cervello umano (usando neuroni derivati da cellule umane o mappe delle loro connessioni ricostruite sul computer) e i robot, per creare robot più funzionali, con caratteristiche biologiche (si auto-riparano, consumano poca energia, pulita, sono biodegradibili ecc).
Rispetto alla robotica e ai suoi rapidi sviluppi, chi osserva distrattamente ha sentimenti contrastanti che vanno dai timori tipici verso le nuove frontiere della scienza e della tecnologia alle speranze che sono affidate a queste macchine. Cosa può dire al riguardo, dal suo punto di vista?
La paura viene dall’ignoranza. Noi siamo in evoluzione, e il mondo evolve; non possiamo tornare indietro o fermare il progresso, ci sarà e c’e sempre stato. C’è stata la rivoluzione dell’agricoltura, ci sarà una rivoluzione tecnologica e chi non cambia va in estinzione. Forse è un po’ forte, ma la penso cosi!
Intervista a cura di Tiziana Bartolini