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IL TURISMO TRASFORMATIVO AL TEMPO DELLA BIOETICA, PER RICONNETTERE IL VIAGGIATORE CON L’AMBIENTE E I SUOI ABITANTI E GENERARE BENESSERE
La proposta innovativa di Paola Rizzitelli, Wellness Economy Strategy Consultant, verrà presentata alla 60a edizione del TTG Travel Experience di Rimini “The year of Utopia. Live. Believe” mercoledì 11 ottobre alle ore 10.30 in Open Air Arena (Pad. B5)

Quale nuovo valore può offrire oggi il turismo? I principi di bioetica nel turismo; la togetherness, ossia la connessione empatica tra le persone e il rapporto con gli animali; la natura che cura, in particolare attraverso la medicina forestale e i giardini terapeutici, ma anche le strutture e destinazioni ricettive interconnesse e bioetiche.

Questi gli ingredienti della ricetta che Paola Rizzitelli, Wellness Economy Strategy Consultant, propone mercoledì 11 ottobre alla 60a edizione del TTG Travel Experience di Rimini “The year of Utopia. Live. Believe” alle 10.30 in Open Air Arena (Pad. B5 – SezioneInformation & Trends) nel suo intervento “Il turismo nel tempo della bioetica. Togetherness e nuove relazioni tra viaggiatori, ambiente e animali”. Per una proposta turistica che sia esperienza trasformativa, con il valore aggiunto di riconnettersi all’ambiente e a ai suoi abitanti, generando così benessere individuale e collettivo.
Un intervento creato per stimolare la riflessione, offrire una panoramica di situazioni chiave per un turismo di riconnessione e suggerire alcune strategie agli operatori turistici.

Se vogliamo che il turismo soddisfi il bisogno generalizzato di benessere e di salute, centrale in questa proposta è l’innovativo riferimento alla bioetica secondo il concetto espresso da Luisella Battaglia, professoressa ordinaria di Filosofia Morale e Bioetica all’Università di Genova e all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli nonché fondatrice nel 1993 dell’Istituto Italiano di Bioetica di Genova, di cui è direttore scientifico, e componente (dal 1999) del Comitato Nazionale per la Bioetica: “siamo cittadini di un mondo interconnesso in cui la salute di ogni elemento è strettamente dipendente da quella degli altri”.

L’interconnessione è dunque il campo di osservazione della bioetica, intesa come “l’etica del mondo vivente”, da bios (vita) + ethos (comportamento, costume, misura dell’agire) che riguarda l’uomo e l’ambiente entro il quale le diverse forme di vita si svolgono. L’esperienza turistica si nutre di relazioni tra queste componenti. Se avessimo maggiore conoscenza e sensibilità bioetica, presupposto della sostenibilità, si potrebbero creare più facilmente connessioni.

“Questa grande manifestazione mette in luce il tempo di un’Utopia che si materializza nelle proposte di turismo trasformativo orientate all’accrescimento personale del viaggiatore e in viaggi costruiti per mettere al centro il ‘mondo vivente’ nel suo insieme – precisa Paola Rizzitelli-. E affinché questo accada è necessario che ognuno si prenda le sue responsabilità: operatori turistici, destinazioni e viaggiatori. Questi interlocutori sono uniti (mi auguro) dal grande desiderio, sogno, “utopia”, di una nuova consapevolezza collettiva, un mondo migliore da abitare, di un ‘settore turistico’ che ci permetta di conoscere la migliore versione di noi stessi”.

I principi di bioetica nel turismo
La bioetica si propone di studiare in modo sistematico i complessi problemi morali, giuridici e sociali indotti dagli sviluppi della biologia, della medicina e in generale delle scienze della vita. Si è resa necessaria di fronte all’imperativo del progresso tecnologico, al modo in cui gli uomini influiscono sull’ambiente e in cui l’ambiente influisce sul benessere di ogni forma di vita.

Dal 1990 il Comitato Nazionale di Bioetica svolge funzioni di consulenza presso il Governo, il Parlamento e le altre istituzioni, e di informazione nei confronti dell’opinione pubblica sui problemi etici emergenti con il progredire delle ricerche e delle applicazioni tecnologiche nell’ambito delle scienze della vita e della cura della salute. E dal 1993 esiste anche l’Istituto Italiano di Bioetica, associazione di volontariato culturale, fondato a Genova appunto da Luisella Battaglia.

La riflessione bioetica nello sviluppo turistico, a parere di Rizzitelli, è oggi necessaria. Presuppone che gli operatori turistici si interessino a temi quali: gli aspetti morali, sociali e giuridici delle relazioni dell’uomo con le altre specie, le conseguenze pratiche del rapporto tra l’uomo e la natura o la questione ecologica e la giustizia ambientale delle destinazioni ospitanti o, ancora, i rapporti tra diritto, economia e sviluppo sostenibile, senza dimenticare l’educazione ambientale, l’interazione e la coesistenza fra gli esseri viventi di un determinato ambiente, durante l’esperienza turistica.
Quando bioetica e turismo si incontrano, quest’ultimo diventa una grande opportunità educativa e di benessere, in quanto durante la vacanza possono essere sollecitate nuove riflessioni e adottate nuove abitudini esi impara a connettersi.Questa la premessa per creare un cambiamento.

Il valore dell’esperienza
Infine, se il valore che una struttura vuole trasmettere è quello di riconnettersi con l’ambiente e i suoi abitanti, è necessario ampliare il concetto di esperienza e accertarsi di cosa viene recepito, perché non esiste valore senza percezione: che è l’idea che la nostra mente si fa di qualsiasi realtà che vive, attraverso i dati sensoriali e che elabora successivamente. Nasce così l’esperienza che, secondo Rizzitelli, “è una serie concatenata di eventi che si svolgono nel tempo e nello spazioe che in diversa misura possono portare una modificazione del nostrostato psicofisico, in modo da influire sulle scelte future”. Un’esperienza che può diventare anche una fonte di apprendimento.

APPROFONDIMENTO

Entrando nel dettaglio delle dinamiche di relazione che il turismo ci permette di vivere, Paola Rizzitelli entra in un susseguirsi di situazioni concrete da riconsiderare e valorizzare.

Dalla togetherness(tra persone) alla coesistenza (tra animali)

Dopo il 2020 le motivazioni di viaggio sono cambiate: è raddoppiato il bisogno di natura e di libertà, si è palesato il piacere di fare esperienze in compagnia, sono diminuiti i tour de force culturali ed è aumentata la voglia di relax, ricercando sostenibilità, ecoresort ed ecoviaggi. Se si cerca la socialità, allora bisogna attivarsi per valorizzare le relazioni: target selezionati per standard qualitativo, vacanza con la famiglia per ritrovarsi, in gruppo di simili (amiche, longevity, sportivi), solo traveller per condividere l’esperienza e lo scambio con altri. Perché la dimensione di benessere sociale e relazionale è fondamentale per realizzareuna vita sana ed equilibrata.
Inoltre, è diventato importante il valore di sentirsi parte - anche per un tempo limitato - di un Comune, un borgo, un territorio diverso: si è cittadini temporanei in cui si è invitati a conoscere usi e costumi di un luogo. Tutto esige un principio di reciprocità: rispetto delle regole scritte o tacite e sostegno delle economie locali.

Quanto agli animali selvatici e “di affezione” ci troviamo di fronte a due scenari completamente diversi ma che si intrecciano l’uno all’altro, creando in entrambi i casi una complessità di relazioni, norme e questioni di etica e di responsabilità.
Per i primi, la compresenza, coabitazione e quindi coesistenza in un dato territorio, non è semplice. Richiede educazione, regole e sensibilità morale. Bisogna difendere la fauna dall’uomo e l’uomo dalla fauna.
Quanto agli animali “domestici” è altresì necessaria una gestione consapevole della convivenza e la relazione con l’uomo, con norme di comportamento, servizi e un’accoglienza informata. Questi animali non si limitano a tenere compagnia, provano emozioni e instaurano una relazione affettiva con l’uomo, soprattutto nel caso di coabitazione.
Una relazione d’eccezione è poi quella che si instaura con alcuni animali per esplorare e conoscersi attraverso un turismo lento e consapevole, come nelle fattorie didattiche o nel turismo equestre, ad esempio, che forniscono un’esperienza nel rispetto dell’animale e del suo valore.

La natura che cura
Tree-hugging, immersioni forestali, boschi sensoriali e giardini terapeutici. La natura non è solo bella, ma fa anche bene e sempre più persone la cercano, perché? Perché è stato sperimentato che esiste il deficit di natura: l'uomo medio occidentale trascorre infatti il 93% del suo tempo in casa o al chiuso. Passare invece del tempo nel bosco o tra gli alberi, ha tantissimi effetti positivi sulla nostra salute fisica e psichica che, per dirla con Stefano Mancuso, botanico e saggista che insegna arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze, “la cura delle Foreste dovrebbe essere un ambito della Sanità più che dell’Ambiente”.
Immergersi nella natura con consapevolezza, connettersi con essa attraverso tutti i sensi, percependola, è la forma più potente di terapia.

La Medicina Forestale è una disciplina di Medicina Complementare (A.I.Me.F) fondata nel 2018 da un piccolo gruppo di persone eterogenee guidate dal presidente Paolo Zavarella e unite nello scopo di riavvicinare le persone alla natura per promuoverne la salute, guidandole attraversoi “bagni di bosco”, per dimostrarne i benefici a livello di prevenzione primaria, ma anche per curare e intervenire su una determinata patologia. In questo modo si assiste anche alla valorizzazione del patrimonio naturale e dei boschi, recuperandoli, fornendo anche nuove destinazioni di aree verdi abbandonate. Nascono così anche nuove figure professionali: gli operatori di medicina forestale.

In parallelo è nata anche una nuova consapevolezza nella fruizione del giardino. Non solo a fine decorativo, ma anche curativo per corpo, mente e spirito. Molto richieste sono le esperienze sensoriali e la presenza di diverse specie di erbe, piante e orti che portino benefici, cura e conoscenza.

Strutture e destinazioni ricettive interconnesse e bioetiche
Partendo dalla considerazione che l’avvento degli Eco-Resort è iniziato senza una “coscienza ecologica” diffusa, è necessario farsi portavoce delle tre condizioni sine qua non generare valore nuovo attraverso relazioni, connessioni e bioetica: essere un canale di consapevolezza per l’ospite, essere coerenti a livello interno e comunicare all’esterno il proprio progetto per educare e persuadere ad aderirvi. Tutto questo genera fiducia nell’ospite, alimenta il desiderio di vivere quell’esperienza che lascerà un segno.

Chi è Paola Rizzitelli
Con l’ideazione del brand “Sinergie per il benessere” ha scelto di occuparsi dei settori della Wellness Economy e di usare il marketing e la comunicazione come veicoli per rieducare a sane abitudini e aiutare lo sviluppo di un’economia volta al benessere. Ispirata da principi etici e dal bisogno di migliorare la qualità di vita dell’uomo del terzo millennio, ama mettere in rete aziende e professionisti virtuosi, stimolare il cambiamento e una presa di coscienza di responsabilità collettiva.
Da oltre quindici anni è consulente di imprese e professionisti per lo sviluppo di progetti di rebranding e marketing, è inoltre formatrice, relatrice a seminari e convegni.Ha anche fondato l'Associazione di Medicina Olistica, è socia AIMeFe referente per la costituzione di Forest Bathing Center, partner dell'Istituto di Bioetica nella divulgazione di una responsabilità sociale ed etica d'impresa. Dopo la prima edizione de “Il Marketing del benessere, il cambiamento necessario per una nuova economia”, nel 2022 ha pubblicato “Il Turismo Evoluto. Strategie per co-creare benessere collettivo attraverso l’esperienza”.
Ha impostato la sua vita nella ricerca di un’evoluzione personale e professionale, attraverso grandi cambiamenti e alcune rinascite, tanto che le piace dire di essere nata tre volte: a Bari, a Bologna e ad Arco dove ora vive, a contatto con la natura la sua più grande alleata e maestra, fonte di benessere fisico, mentale e spirituale, insieme alla sua inseparabile compagna a quattrozampe Mia.
Per informazioni:www.sinergieperilbenessere.com/

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