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Manifesto dei veterinari italiani per i Diritti degli Animali
La percezione umana degli animali si è profondamente evoluta negli ultimi anni proseguendo un percorso iniziato molti secoli addietro da persone più sensibili che consideravano gli animali non solo come totalmente soggetti alla volontà dell'uomo ma piuttosto come esseri viventi capaci di provare dolore e sofferenza, degni di fruire una vita rispettosa delle loro caratteristiche naturali.
Negli ultimi anni un approccio etico nel rapporto con la natura ha portato alla nascita della bioetica la quale pone al centro della riflessione filosofica non solo l'uomo in sé ma la biosfera, ovvero l'ambiente nel suo insieme. Le scienze mediche sono state interessate in modo specifico da questi temi ed è ormai usuale che si parli di bioetica medica e veterinaria.
Le origini della professione veterinaria si perdono nel corso del tempo ma è indubbio che essa abbia risposto alle esigenze primarie dell'uomo di conservare il patrimonio economico ed affettivo costituito agli animali che egli manteneva presso di sé. Così, anche se molti hanno intrapreso o intraprendono gli studi nelle scienze veterinarie spinti da un approccio di sensibilità verso gli animali, sono poi indirizzati verso una visione utilitaristica degli stessi.
La formazione universitaria tende a creare professionisti che curano gli animali per rispondere alla volontà dell'uomo-padrone, non solo nel caso degli animali "da reddito", come è facilmente comprensibile, ma anche nel caso di quelli definiti da affezione o da compagnia; lo stesso Codice Deontologico dei Veterinari non accenna alla questione della protezione e del benessere degli animali. Si pensi ad esempio a quante volte il medico veterinario accetta di praticare l'accanimento terapeutico o l'eutanasia in base più alle richieste del proprietario dell'animale che alle esigenze reali dello stesso.
Questo tipo di formazione non risponde infatti alle aspettative di quanti scelgono o hanno scelto la professione spinti non solo dal desiderio di crescita scientifica specifica nel ramo ma anche motivati dalla simpatia verso gli animali.
Oggi però che la sensibilità animalista è più diffusa nella società è possibile proporre una nuova figura di medico veterinario che, facendo proprie le riflessioni della bioetica, si impegni per un rapporto con gli animali fondato sul rispetto del loro fondamentale diritto alla non sofferenza e alla dignità di esseri viventi. E' giunto il momento per i veterinari che si riconoscono in questa nuova sensibilità di prendere posizione rispetto alla vecchia concezione del loro ruolo ed essere di stimolo e di promozione all'interno ed all'esterno della categoria circa una visione più empatica degli animali.
Il presente documento si ispira ai principi fondamentali della "Dichiarazione Universale dei diritti degli animali" presentata all'UNESCO il 15 ottobre 1978 e viene proposto alla firma di tutti i laureati nella professione medica veterinaria perché si ispirino nella loro attività ai principi qui enunciati.
Il firmatari in particolare si impegnano a:
utilizzare sempre le conoscenze scientifiche nel rispetto del diritto alla vita e alla non sofferenza degli animali;
prestare la propria opera sempre nel rispetto dell'etologia e della fisiologia degli animali;
prestare ogni cura sempre tenendo in considerazione soprattutto l'individualità degli animali;
prestare le proprie conoscenze per impedire sempre e comunque situazioni di dolore, sofferenza e fatica degli animali;
avvicinarsi agli animali selvatici per cura o per studio nella consapevolezza che ogni animale ha diritto di vivere libero nel proprio ambiente;
operare nei confronti degli animali utilizzati ai fini economici per non privarli in alcun momento del diritto ad essere nutriti, alloggiati, trasportati nel modo più consono possibile alle loro naturali esigenze etologiche e fisiologiche;
non utilizzare gli animali per fini sperimentali, non partecipare ad esperimenti e attivarsi per diffondere e promuovere le tecniche sostitutive in tema di utilizzo degli animali a fini sperimentali di qualsiasi tipo;
impedire l'uso di animali per motivi ludici e in qualsiasi situazione che sia incompatibile con la dignità dell'animale;
non partecipare ad attività venatorie, non collaborare con ricerche di alcun tipo che possano essere utilizzate per favorire tali attività;
rispettare i principi del presente documento anche ricorrendo all'obiezione di coscienza.
 
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