L'etica ambientale rappresenta un settore avanzato della riflessione morale in quanto applicata agli sviluppi della ricerca scientifico-tecnologica e della struttura economica nella società industriale avanzata. La sensibilità etica nei confronti dell'ambiente è stata stimolata, per un verso, dall'esplosione della crisi ambientale, per un altro, dalla crescita delle conoscenze ecologiche, che hanno consentito di recuperare il senso di appartenenza dell'uomo al sistema delle relazioni naturali: solo a partire da questa inerenza naturale è possibile assumere un atteggiamento positivo verso ciò che ci circonda come verso un valore. L'ambiente - inteso come complesso di beni naturali e culturali - non è più l'oggetto-natura contrapposto al soggetto-uomo, ma il luogo della costituzione mondana dell'uomo e, nello stesso tempo, della significazione umana del mondo.
Nel tempo della razionalità tecnologica e del mercato globale, dunque, la questione ambientale va posta come un versante della questione del soggetto. Nella relazione reciprocamente costitutiva di uomo e ambiente, si apre lo spazio per procedure di "riconoscimento" di realtà alle quali - in forza di un conferimento di valore - viene attribuito lo status di soggetti morali. Ciò istituisce un'obbligazione e fonda una specifica responsabilità nei loro confronti. In una prospettiva che riafferma l'antropogenesi dei valori e la loro determinatezza storico-culturale, l'etica dell'ambiente si propone non come presa d'atto di presunti "diritti dell'ambiente", ma come operazione avvalorante delle relazioni umane con il mondo. Su tale presupposto, l'accresciuta potenza della tecnologia e del mercato, da un lato, e la più grande vulnerabilità dei beni naturali e culturali, dall'altro, conferisce all'uomo una responsabilità sempre più grave e fa dell'ambiente uno speciale oggetto di cura.
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