Genova, P.zza Verdi 4/4 - 16121

 
MANIFESTO PER UNA BIOETICA LIBERALE
 
E’ possibile nel nostro paese una bioetica liberale, una bioetica – intendo – che ponga deliberatamente al suo centro il valore dell’autonomia individuale, che riconosca una netta divisione tra sfera della morale e sfera della legge, che coltivi un autentico pluralismo etico?


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Pre Festival di Bioetica 2024

Pre Festival di Bioetica 2024

Gli incontri registrati

Video incontri e convegni dell'Istituto Italiano di Bioetica

Video incontri e convegni dell'Istituto Italiano di Bioetica

Il focus del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 26/27 agosto 2024), giunto alla ottava edizione, si concentra sul tema INTELLIGENZE osservato da vari punti di vista e nell'impatto che l'IA ha giù avuto, e avrà, a seconda dei settori in cui è, o sarà, applicata.
Interpelliamo Lodovica Gullino, dell'Università di Torino e co-fondatrice del progetto weTree, che interverrà al Festival nel panel dedicato al dibattito sull'intelligenza delle piante.

L’intelligenza artificiale e le piante. Quale relazione?
L’intelligenza artificiale (IA) apre nuove prospettive allo studio delle piante e, più in generale, del mondo vegetale. Anzitutto l’IA permette di meglio gestire e interpretare l’enorme quantità di dati (sperimentali, ambientali, climatici, …) che oggi si riesce a raccogliere, anche grazie alla rivoluzione digitale. Grazie al machine learning si riesce a gestire enormi quantità di immagini, che oggi possono essere raccolte e catalogate con facilità. Ciò permette, ad esempio, una migliore mappatura del territorio e, per fare qualche esempio legato al mio settore, che è quello della salute delle piante, l’esecuzione di controlli e diagnosi a distanza. Di particolare interesse è il contributo del deep learning al miglioramento genetico. Ad esempio, l’analisi dei fenotipi delle radici delle piante è di supporto al miglioramento genetico teso a sviluppare piante più resistenti agli stress ambientali. L’IA, inoltre, può facilitare la messa a punto di tecniche di adattamento dei sistemi agricoli al cambiamento climatico così come lo sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni nel settore della difesa delle colture dagli attacchi dei parassiti.

Può illustrare le finalità del progetto weTree e perché è partito dalle donne? Come si sta sviluppando?
L’Associazione si chiama weTree, ma avrebbe potuto chiamarsi weThree, perché nata dall’incontro o, meglio ancora, dalla triangolazione di tre donne: Ilaria Capua, Ilaria Borletti e Lodovica Gullino, inizialmente virtuale perché il nostro incontro è avvenuto in piena pandemia. La pandemia da Covid-19 ha permesso a tutti di meglio comprendere l’importanza dell’ambiente e della sua tutela per garantire la salute di tutti quanti: piante, animali, uomo. Tema ampiamente dibattuto nei nostri incontri virtuali che, in breve, come spesso succede tra donne, hanno portato a concretizzare il tutto in una iniziativa pratica. Perché questo tema toccava tutte noi, con prospettive diverse: Ilaria Capua, veterinaria e virologa, totalmente assorbita dalla pandemia, Ilaria Borletti, con alle spalle un grande impegno per la tutela del paesaggio e nella gestione del territorio coniugando ambiente e paesaggio in un’unica visione, Lodovica, fitopatologa consapevole del ruolo della salute delle piante. E, come se non bastasse, la consapevolezza condivisa da noi tutte che la pandemia ha colpito tutti, ma in modo particolare le donne. E allora ecco che è venuto fuori il senso di weTree: un’Associazione nata per sensibilizzare, con gesti piccoli, ma simbolici, il valore e l’importanza delle piante, dell’ambiente e della loro salute, considerata nell’ottica di una salute circolare e il ruolo economico e sociale delle donne.Di qui l’idea di interventi di messa a dimora di alberi, in ambiente urbano, per fornire un piccolo contributo per migliorare l’ambiente, rendendo le città più vivibili. weTree ha scelto di associare a una tematica prettamente ambientale, anche il tema, emerso fortemente durante la pandemia, della necessità di valorizzare il ruolo delle donne, troppo spesso poco considerate a livello sociale e economico, dedicando gli alberi messi a dimora nelle diverse città, a donne che, in modo diverso, hanno contribuito allo sviluppo sociale ed economico. L’impegno di weTree non si limita alla messa a dimora di alberi, ma anche a fare in modo che la loro cura, per i primi tre anni, sia garantita. Questa attenzione per la cura, che in qualche modo accomuna le tre fondatrici di weTree, rappresenta un’altra peculiarità dell’Associazione. weTree è nata nel 2021 (non a caso l’8 marzo), è attiva in diverse città e sta crescendo con progetti che cercano di coinvolgere altre Associazioni.
Intervista a cura di Tiziana Bartolini

Festival di Bioetica 2024

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Intelligenze: uomo, ambiente, animali

Scuola e Formazione

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BIOETICA PER LA SCUOLA

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