La Prof.ssa Paola Grimaldi - Ricercatrice di diritto privato RTD-A presso l'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e Senior Researcher presso il Research Centre of European Private Law, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli - porta il suo contributo al Festival di Bioetica 2022 (Santa Margherita Ligure 27 e 28 agosto) affrontando il tema dello Spazio Etico in ambito scolastico. Le rivolgiamo alcune domande che possano introdurre l'argomento.
Prof.ssa Grimaldi si è interessata al tema dello Spazio Etico in ambito scolastico, anche scrivendo dei saggi. Quali sono le sue considerazioni in merito?
Come dimostrato sempre più spesso dalle cronache di giornale, i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo si manifestano in particolare in ambito scolastico. In ragione di ciò, proprio nella scuola, il fenomeno andrebbe gestito in maniera specifica. Ad oggi, però, nella gran parte degli istituti scolastici manca non solo un sistema di monitoraggio permanente sul fenomeno bullismo ma anche un’azione sinergica di tutti gli attori del sistema scuola (insegnanti, collaboratori scolastici, dirigenti scolastici, genitori e alunni stessi) che dovrebbero essere uniti nella lotta al bullismo nelle sue molteplici manifestazioni.
Le dimensioni numeriche che il fenomeno del bullismo sta assumendo negli ultimi anni sono una chiara manifestazione di una gravissima patologia della società e quindi una patologia dell’educazione e della comunicazione che necessitano di una vera e propria rivoluzione del sistema educativo che agisca nella trasmissione dei valori della democrazia sin dalla scuola primaria. Nella scuola l’intervento non può che essere di natura corale, la cooperazione e la collaborazione nell’individuare le azioni di bullismo, di intervenire su di esse ma soprattutto, quando è ancora possibile, di prevenirle. In questa prospettiva si colloca la proposta di creazione dello Spazio Etico quale luogo fisico con personale dedicato, luogo protetto e rispettoso della privacy, dove puntare alla responsabilizzazione, alla rieducazione, ad iniziative miranti ad educare ovvero ri-educare, per esempio, anche ad un uso corretto e critico di Internet e dei videogame.
Nello Spazio Etico per le scuole andrebbero previste professionalità ulteriori rispetto a quelle già presenti in ogni istituto scolastico e, nello specifico, la figura del pedagogista, dello psicologo, del giurista, del bioeticista, del pediatra, del neuropsichiatra infantile in grado tutti, con un lavoro cooperativo, di progettare azioni ed interventi in grado di offrire adeguate opportunità educative tali da favorire interventi che perdano il carattere puramente repressivo a favore di altri e che consentano invece l'instaurarsi di relazioni sociali che, a partire dalla condizione di disagio del minore, facciano emergere il dialogo e l'autonomia. Il ruolo dello Spazio Etico nella scuola si estende al mondo della disabilità.
Ciò che bisogna riconoscere è che la persona disabile è un individuo con una propria identità, con una connotazione e delle caratteristiche proprie. La parola ‘disabile’, infatti, dichiara solamente che a un individuo mancano una o più competenze o abilità, ma non informa, in realtà, sul fatto che egli possiede anche delle abilità. Si vede, dunque, come lo Spazio Etico nella scuola costituirebbe per la disabilità un luogo accogliente, a misura di disabile, nel quale figure professionali e specializzate sulla disabilità (pedagogisti, psicologi, psicoterapeuti, medici, giuristi, bioeticisti, ecc.) possano supportare l’istituto scolastico, nelle persone che lo rappresentano (dirigente, educatori, insegnanti di sostegno, ecc...) ed i genitori nello svolgimento di una serie di compiti ed attività, specifiche e spesso complesse, riguardanti il bambino disabile.
Lo Spazio Etico è anche il luogo in senso fisico dove definire e valorizzare, con l’aiuto ed il supporto degli esperti coinvolti, le strategie di lavoro collaborativo tra compagni di classe che rappresentano la risorsa più preziosa per attivare i processi inclusivi. Lo Spazio Etico, così inteso, supporta l’istituto scolastico nella redazione dei documenti e delle certificazioni relative agli alunni con disabilità frequentanti l’istituto stesso, così come prescritto dalla normativa vigente; sulla base della specifica documentazione così redatta, studiata e ben esaminata, attraverso l’aiuto degli esperti, si procederà agli itinerari di programmazione mirata dell’attività scolastica che saranno, evidentemente, orientati a rendere gli obiettivi e gli interventi educativi e didattici il più possibile adeguati alle esigenze e potenzialità evidenziate nella diagnosi funzionale.
Che difficoltà ha riscontrato nel proporre l'attivazione dello Spazio Etico?
Il Progetto dello Spazio Etico nelle scuole è stato da me proposto a vari dirigenti scolastici, alcuni dei quali continuano a manifestare scetticismo non tanto per quanto riguarda lo spazio da dedicare al fenomeno del bullismo - per il quale ho riscontrato una certa apertura alla creazione di attività e misure concrete per fronteggiare il fenomeno - ma invece per quanto concerne lo spazio da dedicare alla disabilità. Mi dispiace affermarlo, ma sul punto ho colto un grande disorientamento come se non si sapesse da dove cominciare per 'aggiustare il tiro' di una realtà scolastica su cui bisogna necessariamente ed urgentemente intervenire, anche a livello legislativo, soprattutto per porre fine alla discontinuità didattica che nuoce gravemente al disabile. Nonostante ciò, alcuni dirigenti mi hanno confermato la loro disponibilità ad avviare in via sperimentale lo Spazio ed uno Spazio Etico multidisciplinare è stato già realizzato in via sperimentale nel secondo semestre del 2020 presso i licei dell’Istituto scolastico Suor Orsola Benincasa a seguito della collaborazione tra professionisti di area legale, psicologica e pedagogica, tutti operanti presso l’Università Suor Orsola Benincasa, i quali, opportunamente coordinati, hanno elaborato il Progetto UNISOB/Scuole SOB denominato “TI ASCOLTO” i cui obiettivi sono stati in parte già realizzati e poi a causa del COVID-19 temporaneamente sospesi.
Intervista a cura di Tiziana Bartolini