"QUANDO SI AMMALA LA TESTA. Una mappa per affrontare e comprendere il disagio femminile" - 8 novembre, Auditorium Santa Catenia di Finale Ligure (Savona)
Il prossimo 8 novembre a Finale Ligure (Savona), presso l'Auditorium Santa Caterina, si tiene il primo incontro organizzato dallo SPI-Cgil, in collaborazione con Cgil, Auser e Istituto Italiano di Bioetica, nell'ambito del ciclo 'La Medicina di Genere'.
Il titolo, "QUANDO SI AMMALA LA TESTA. Una mappa per affrontare e comprendere il disagio femminile” segna la direzione impressa agli approfondimenti programmati intorno a questioni centrali per la salute delle donne.
Ivana Carpanelli, vicepresidente dell'Istituto Italiano di Bioetica, è componente del Comitato scientifico del progetto: le abbiamo chiesto informazioni sullo spirito dell'iniziativa e sugli obiettivi.
Può spiegarci come nasce e come prende corpo il progetto che prevede un ciclo di incontro sulla Medician di Genere?
Gli obiettivi di questa iniziativa corrispondono pienamente agli scopi che l’Istituto Italiano di Bioetica si prefigge: la valorizzazione delle differenze e la diffusione di una cultura orientata all’etica della cura.
Per questo abbiamo aderito con grande entusiasmo alla proposta di collaborazione dello SPI-Cgil Liguria.
Il progetto prende avvio dal piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, approvato il 30 maggio scorso dalla conferenza Stato- Regioni e si prefigge lo scopo di diffondere la consapevolezza delle differenze associate al genere in tutte le aree che riguardano la salute e le pratiche sanitarie, dalla ricerca, alla prevenzione, alla diagnosi e cura delle malattie.
Potrebbe, in sintesi, spiegare che cosa si intende per Medicina di Genere?
Il futuro nel campo della salute individuale e collettiva e la sostenibilità passano dall’attenzione al genere. Se non c’è attenzione al genere e se, invece, consideriamo degli ipotetici cittadini neutri ignorando le differenze di ordine biologico, fisiologico, psicologiche culturali e sociali, facciamo grosse discriminazioni.
Il Genere è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come un determinante di salute perché ha un ruolo nell’accesso, nella qualità ed appropriatezza delle cure. Nel 1998 l’OMS lanciava un allarme per la mancanza di attenzione al genere femminile in tutta la filiera della cura: dall’insorgenza della malattia, alla fase diagnostica, al suo decorso ed alla guarigione.
La Commissione sui determinanti sociali di salute dell’OMS ha dichiarato che: “Le disuguaglianze e le ingiustizie sociali uccidono su larga scala”.
L'OMS definisce Medicina di Genere lo studio dell’influenza delle differenze biologiche, indicate col termine sesso, e socio-culturali e economiche, definite come genere sulla frequenza, i disturbi e la gravità delle malattie che colpiscono uomini e donne e, in generale, sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.
La Medicina di Genere tiene anche conto degli effetti sulla salute degli stili di vita (fumo, alcol, alimentazione, attività fisica, peso corporeo, contesto socio-culturale e ambientale) poiché anche questi fattori hanno un forte impatto sullo sviluppo e l’evoluzione delle malattie.
Nonostante queste variabili, gli effetti dei farmaci sono stati studiati prevalentemente su soggetti di sesso maschile e il dosaggio nella sperimentazione clinica è definito su un uomo del peso di 70kg; inoltre età ed etnia sono ulteriori variabili rilevanti nella salute, nell’insorgere di malattia e nella risposta alla terapia.
Quali sono i pericoli di banalizzare e/o distorcere un tema così importante?
C’è la tendenza a pensare che la Medicina di Genere sia la medicina delle donne. Non è così. La Medicina di Genere non riguarda solo la salute delle donne, né è limitata alle malattie che colpiscono gli organi della riproduzione, ma si interessa delle malattie che possono colpire entrambi i sessi. Non è una nuova area della medicina, ma rappresenta un nuovo livello di analisi da inserire in tutte le aree della medicina già esistenti.
La conoscenza delle differenze è fondamentale per una corretta prevenzione, una migliore diagnosi della malattia e per l’identificazione della terapia più appropriata per ciascuno.
Differenze nell'insorgenza o nella progressione di molte malattie sono determinate dalla presenza dei cromosomi cosiddetti sesso-specifici: XX e XY.
Un ruolo importante nel determinare le differenze di genere viene svolto dagli ormoni sessuali, principalmente estrogeni e progesterone nella donna e androgeni nell'uomo. Questi ormoni, oltre a controllare lo sviluppo delle caratteristiche secondarie femminili e maschili, svolgono numerose altre importanti funzioni, inclusi importanti effetti sulle risposte del sistema immunitario, in generale più efficaci nella donna.
Per quale ragione il primo incontro di questo ciclo è dedicato ad un tema molto delicato, e assai vasto, come il disagio mentale?
Il progetto generale è frutto di un lavoro di rete, e si sviluppa sul territorio regionale. Non ci sono ragioni specifiche alla base della scelta dell’argomento del primo incontro. Si tratta solo di un punto di partenza individuato dal gruppo di lavoro del territorio savonese.
Peraltro la malattia mentale è tra quelle che per secoli sono state considerate tipicamente femminili e, spesso, non considerate negli uomini, determinando conseguenze almeno parzialmente evitabili sul piano dell’accertamento e della cura. Un esempio è la depressione, che colpisce prevalentemente le donne, sembra essere meno frequente negli uomini probabilmente perché non si considera che essi tendono a ritardare il ricorso all'assistenza sanitaria. Inoltre, poiché gli studi sono stati condotti prevalentemente sulla popolazione femminile, l'accertamento della malattia psichiatrica negli uomini è più complessa perché non presentano i disturbi (sintomi) indicati dalle linee guida attuali.
Sono stati già individuati i titoli dei prossimi incontri?
I lavori sono in corso. Il piano generale ha avuto lo scopo di dare indicazioni di massima sugli obiettivi e sulle aree di interesse. I convegni e i seminari provinciali sono stati impostati in funzione delle diverse esigenze.
Il prossimo 28 novembre si terrà a La Spezia il convegno di apertura e la presentazione di tre seminari riguardanti le malattie cardiovascolari, le disfunzioni del sistema endocrino e la malattia mentale e invecchiamento.
Sempre a La Spezia è previsto un quarto seminario sui disturbi del comportamento alimentare.
Il gruppo di Imperia sta impostando la struttura delle iniziative alle quale intende dar corpo nel primo semestre del prossimo anno.
Il progetto si concluderà in giugno, con un convegno che si terrà a Genova. Dedicheremo i mesi del secondo semestre 2020 all’analisi dei risultati e da quello potrebbero scaturire iniziative future su questo argomento.