Comunicato stampa del Comitato per l’etica di fine vita (CEF)
“A proposito della richiesta di Welby”
(diffuso il 15 novembre 2006)
In riferimento alla lettera di Piergiorgio Welby, co-presidente dell’Associazione Coscioni, diffusa ieri, 14 novembre, il Comitato per l’etica di fine vita intende riportare l’attenzione su un aspetto rilevante finora trascurato.
La richiesta non è, già oggi, priva di fondamento sul piano giuridico, e potrebbe essere accolta in quanto riconoscimento del diritto al rifiuto dei trattamenti - anche salvavita - e del diritto a ricevere, in ogni caso, dai medici, un’adeguata assistenza volta ad evitare le sofferenze della morte, assistenza alla quale i medici sono sempre tenuti. Il diritto al dissenso sulle cure, infatti, oltre ad essere diffusamente riconosciuto a livello morale, ed essere affermato dallo stesso codice deontologico dei medici, è stato sancito sul piano giuridico, da disposizioni costituzionali ancor prima che da disposizioni legislative e da una consolidata giurisprudenza.
Sottolineato questo importante aspetto, resta fermo il valore della battaglia civile intrapresa da Welby per il riconoscimento, a livello generale, del diritto a non protrarre una sopravvivenza insostenibile, una battaglia di cui il mondo politico non potrà disinteressarsi, con l’argomento che la prestazione di cure adeguate è sempre in grado di porre rimedio alle situazioni per risolvere le quali viene intrapresa.
La richiesta non è, già oggi, priva di fondamento sul piano giuridico, e potrebbe essere accolta in quanto riconoscimento del diritto al rifiuto dei trattamenti - anche salvavita - e del diritto a ricevere, in ogni caso, dai medici, un’adeguata assistenza volta ad evitare le sofferenze della morte, assistenza alla quale i medici sono sempre tenuti. Il diritto al dissenso sulle cure, infatti, oltre ad essere diffusamente riconosciuto a livello morale, ed essere affermato dallo stesso codice deontologico dei medici, è stato sancito sul piano giuridico, da disposizioni costituzionali ancor prima che da disposizioni legislative e da una consolidata giurisprudenza.
Sottolineato questo importante aspetto, resta fermo il valore della battaglia civile intrapresa da Welby per il riconoscimento, a livello generale, del diritto a non protrarre una sopravvivenza insostenibile, una battaglia di cui il mondo politico non potrà disinteressarsi, con l’argomento che la prestazione di cure adeguate è sempre in grado di porre rimedio alle situazioni per risolvere le quali viene intrapresa.
Patrizia Borsellino
Ordinario di Filosofia del diritto, Università di Milano-Bicocca
Presidente del CEF