Genova, P.zza Verdi 4/4 - 16121

 
MANIFESTO PER UNA BIOETICA LIBERALE
 
E’ possibile nel nostro paese una bioetica liberale, una bioetica – intendo – che ponga deliberatamente al suo centro il valore dell’autonomia individuale, che riconosca una netta divisione tra sfera della morale e sfera della legge, che coltivi un autentico pluralismo etico?


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Pre Festival di Bioetica 2024

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Gianfranco Nicora

Il peccato originale e gli animali

Dio in quanto “padre nella creazione”, si prende cura di ciò che ha creato con un amore e una fedeltà che non vengono mai meno.
Come sottolinea San Paolo (cfr. Eb 11,3), essendo stato il mondo creato da Dio, è dall’invisibile che trae forma il visibile, quindi la fede implica di saper riconoscere l’invisibile individuandone la traccia nel mondo visibile.
È nella Bibbia che l’intelligenza umana può trovare, alla luce della fede, la chiave di interpretazione per comprendere il mondo. Infatti, i primi sei giorni dell’opera della creazione divina del mondo, vengono tutti scanditi dall’affermazione “Dio vide che era cosa buona” (Gen 1,4.10.12.18.21.25).
Al settimo giorno, momento della creazione dell’uomo, l’affermazione dell’autore biblico viene rafforzata: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31).
Tutto ciò che Dio crea è bello e buono, intriso di sapienza e di amore; l’azione creatrice di Dio porta ordine, immette armonia, dona bellezza.
La Bibbia non vuole essere un manuale di scienze naturali; vuole invece far comprendere la verità autentica e profonda delle cose.
Dalla Genesi, quindi, si evince che il mondo non è un insieme di forze tra loro contrastanti, ma ha la sua origine e la sua stabilità nel Logos, nella Ragione eterna di Dio, che continua a sorreggere l’universo.
Credere che, alla base della creazione, ci sia l’intervento di Dio illumina ogni aspetto dell’esistenza e dà il coraggio di affrontare con fiducia e con speranza l’avventura della vita.
Ogni uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio (cfr. Gen 2,7), del quale porta “l’alito vitale”, che anima anche ogni essere vivente non umano. E a tutti Dio dice: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [30]A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde»
Chiaramente il regime di vita che caratterizza i primi esseri viventi è un regime vegetariano
Dalla Genesi emergono poi due immagini significative. La prima è “l’albero della conoscenza del bene e del male” (cfr. Gen 2,15), ovvero il punto di riferimento in Dio da parte dell’uomo, che è tenuto a rispettare il dono di Dio, che offre tutti i frutti della terra e a riconoscere il mondo non come proprietà da saccheggiare e da sfruttare, ma come dono del Creatore.
C’è poi l’immagine dell'albero della vita posto in mezzo al giardino, simbolo dell'unica fonte di vita che é Dio e che pone il limite alla pretesa dell'uomo di essere padrone della vita in tutte le sue forme.
Ma cerchiamo di capire il mistero del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino, del quale Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
La tradizione ebraica ha via via identificato il frutto proibito con l’uva, il grano, la noce, la carruba (in ebraico distruzione), la palma, simbolo della battaglia e della strage. Fino ad approdare al fico, che è menzionato esplicitamente dal primo libro della Bibbia quando Adamo ed Eva, subito dopo aver mangiato dall’albero della conoscenza del bene e del male, ne raccolgono le grandi foglie per coprirsi: ‘Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture’ (Genesi 3,7).
SI è parlato anche di Melo (interpretazione tradizionale): perché un amanuense ha trascritto malum con il significato di mela e non di male.
Il Rastafarianesimo lo associa alla marijuana.
Ma sono tutte interpretazioni poco sostenibili.
Personalmente ritengo che il peccato originale sia consistito nel mangiare la carne e il sangue di animali, il cui soffio vitale e' il frutto dell'Albero della Vita, cioe' di Dio. L'uomo, cui Dio aveva dato il compito di coltivare la terra, ha cominciato a uccidere per nutrisi ( Vi é anche un sorprendente riscontro da parte della scienza, che individua nell'uomo primitivo un cacciatore e successivamente un agricoltore).
Anche il Diluvio Universale è il primo disastro ecologico provocato dall'uomo, che non ha rispettato l'armonia della natura, che Dio gli aveva affidato.
L' uomo falsa cosi' il rapporto con Dio , mettendosi al suo posto e tutti gli altri rapporti vengono alterati e l’altro diventa un rivale, una minaccia, al punto che “l’invidia e l’odio verso l’altro entrano nel cuore dell’uomo” e Caino arriva a uccidere il proprio fratello Abele (cfr. Gen 4,39).
Cadendo nel peccato originale, l’uomo si mette non solo contro Dio ma “contro se stesso”: in tal modo hanno origine “tutti i peccati della storia”. Il peccato è la distruzione della “relazione con Dio” e l'ingresso nel mondo della disarmonia, delle malattie, della morte
L’uomo non può “redimersi da solo” e soltanto Dio può ripristinare le “giuste relazioni”. Se Adamo si era illuso di mettersi al posto di Dio, Gesù Cristo ricostruisce la “relazione filiale perfetta con il Padre”, abbassandosi, diventando “servo” e percorrendo “la via dell’amore umiliandosi fino alla morte di croce”; quella stessa croce, in cui la carne e il sangue dell' Agnello di Dio diventano “il nuovo albero della vita”.
Una obiezione a questa visione viene dalla Bibbia stessa:
come mai Dio permette cio' che aveva proibito?
Genesi 9:1-3 – “Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: “Crescete, moltiplicatevi e riempite la Terra. Avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l’erba verde; ” La migliore risposta viene da Gesù stesso
Leggendo Matteo 19, 8 Gesu' anche a questa obiezione avrebbe risposto:
- Mosè vi ha permesso ciò', perché voi avete il cuore duro; ma al principio non era così
Il piano originale e perfetto non prevedeva il mangiare carne.
Comunque la Fede ci assicura che tutta la Creazione tornerà ad essere vegetariana. Come afferma la profezia daIsaia 11:6-9:
“Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassto staranno assieme, e il leone mangerà il foraggio come il bue. Il lattante giocherà sul nido della vipera, e il bambino divezzato stenderà la mano nella buca del serpente. Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo, poiché la conoscenza del Signore riempirà la Terra, come le acque coprono il fondo del mare.”
Il tempo verrà quando tutta la Creazione ritroverà la pace , e le creature della Terra non si uccideranno più a vicenda, perché saranno condotte dal Buon Pastore e Principe della Pace Questa potrebbe sembrare solo una lontana utopia, ma noi sappiamo, grazie alla Parola di Dio, che un giorno tutto passerà, com’è vero che Dio diede la vita a questo mondo e com’è vero che ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è il Signore. Il piano di Dio è proprio quello di riportare in Cristo la Creazione alla condizione di quando l’uomo era nel Giardino dell’Eden.

Diventare vegetariani significa collaborare al piano di Dio per salvare la Terra, trasformandola in un nuovo Paradiso Terrestre
Lo sostengono anche autorevoli economisti ed esperti di alimentazione e scienziati. Basta solo fare un conto: una caloria vegetale ne costa più o meno dieci di petrolio per produrla, una caloria proveniente dalla carne ne costa almeno cento.
Una scelta etica fondamentale, sia per salvare l’uomo e gli altri esseri viventi, sia per preservare il pianeta dalla deriva della desertificazione, della perdita della biodiversità e dei pericolosi cambiamenti climatici.
A sostenerlo sono anche economisti e scienziati. Primo fra tutti Jeremy Rifkin, il quale si è reso portavoce di un messaggio forte e inequivocabile: il mondo per salvarsi, ha bisogno di una rivoluzione vegetariana.

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